Se avete un iphone (ma credo tutti gli smartphone funzionino così) e nessuna mania di pulizia, potreste fare l’esercizio che ho fatto ieri, in treno senza un libro. Ve lo spiego.
Quando impostiamo una nuova sveglia a un orario preciso e non le diamo indicazioni di ripetizione, quella funziona la prima volta, ci lancia l’allarme e zitta zitta resta salvata senza più funzionare.
Ogni volta che apro la schermata delle sveglie per impostarne una nuova (ho l’abitudine, al mattino, di cambiare canzone per evitare di arrivare a odiarne una) mi ritrovo decine di sveglie impostate a orari inconsueti e usate una sola volta.
Oggi, in botta romantica, complice il mar ligure, ho provato a ricordare l’occasione di ogni avviso. È stato più utile di una seduta di ipnosi, più devastante della macchina del tempo, più sfinente di una sbronza paranoico-nostalgica.
Esempi:
4:32, un mattino che temevo di perdere un aereo e la sera prima mi ero convinta che il 32 fosse un bellissimo numero. (Ho quasi perso l’aereo)
6:29, un appuntamento per colazione (2 ore dopo) al numero 29 di una via.
9:06, per un sabato mattina.
12:25/12:27/12:29, dovevo ricordarmi di mandare una mail a una collega particolarmente rompiscatole.
14:10, sapevo essere l’orario giusto per fare una telefonata ad una persona. Il problema è che non mi sarei mai ricordata di chiamare qualcuno a quell’ora.
23:30, una sera in cui avevo bisogno di dormire qualche ora prima dell’arrivo di un amico in stazione centrale dall’aeroporto.